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Il supermercato del futuro è tutto un esperimento

Il supermercato del futuro è tutto un esperimento

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Sono finiti i tempi della spesa mordi e fuggi. Anche il supermercato è diventato, nell’universo retail, un territorio ampio per la sperimentazione di nuovi concept e modi per relazionarsi col cliente. E se fino ad alcuni mesi fa tecnologia sembrava essere l’unica parola chiave di questa evoluzione, ora i player della GDO esplorano anche ambiti più emozionali e accoglienti. Scopriamo insieme come e cosa.

Ripensare il concetto di prossimità

È stato inaugurato lo scorso dicembre a Milano La Esse, un punto vendita simile come concept al negozio di vicinato, ma con una strategia decisamente omnichannel che sviluppa anche l'idea di fruizione on-site.

In 400 metri quadri la Esse combina infatti bar con cucina a vista, spazi di co-working e market con prevalenza di freschi e freschissimi, anche da asporto, senza dimenticare le opzioni Clicca&Vai e i Locker per la spesa online. Il format è una sperimentazione per calibrare e comprendere le nuove esigenze di consumo, e riflette la tendenza sempre più frequente del risto-retail.

Il risto-retail nelle sue declinazioni

In inglese li chiamano grocerant, una crasi tra grocery (con sottinteso “store”, ovvero negozio di alimentari) e restaurant mentre in Italia il termine più comune è risto-retail, un ambito che vede l’ingresso recente dei supermercati. L’idea è che il consumatore possa decidere di godersi un’esperienza di degustazione immediata, prima o dopo aver fatto la spesa, all’interno di un ambiente fortemente comunicativo. Questa esperienza rafforza il rapporto del cliente con la catena di GDO, ne aumenta la permanenza in-store e fa lievitare lo scontrino medio.

Chi senza dubbio sta innovando e cavalcando questo trend è Carrefour. Nella centralissima Rue Rambuteau a Parigi ha recentemente aperto il suo primo ristorante Bon Appétit che propone una cucina sana ed equilibrata privilegiando prodotti bio e solidali, da consumare sul posto o da portare a casa. Presentato come un esperimento, si allinea alla tendenza globale della GDO di puntare sulla ristorazione per diversificare la clientela e il reddito in zone urbane.

Un altro esempio molto interessante viene dagli Stati Uniti, precisamente da Cincinnati, la città natale di Kroger, il secondo gruppo della grande distribuzione in America. Qui è stato aperto On The Rhine Eatery by Kroger, una concept-food hall dal look super-accattivante che rende pressoché indistinguibili i confini tra ristorante e supermercato. Lo spazio ospita cinque ristoranti di Cincinnati e il proprio risto concept di Kroger: Kitchen 1883 Café and Bar. Oltre alla food hall, il nuovo format offre grab-and-go, pranzi e cene pronte, frutta e verdura fresche e una vetrina walk-up per gli ordini di bevande.

L'innovazione corre tra gli scaffali

Multicanalità, tempo di permanenza in store, capacità di sorprendere e adozione delle tecnologie: sembrano questi gli asset principali dell’evoluzione del supermercato.

Tra i nuovi concept è impossibile non menzionare il centro commerciale La Cloche d’Or a Lussemburgo, aperto da Auchan nel maggio del 2019. Sono 12.000 m² di innovazione con delle vere chicche: la coltivazione di erbe aromatiche direttamente all’interno del supermercato, concerti tra un reparto e l’altro e prodotti esposti con un piglio scenografico, come ad esempio i bagagli presentati su un’installazione-nastro da aeroporto (che ha incrementato del 30% le vendite del prodotto). E ancora il ristorante nel cuore del corridoio principale, all’insegna della trasparenza e della tracciabilità degli alimenti.

Dall'e-commerce al negozio fisico e non viceversa

Ma il supermercato del futuro è raccontato anche da chi nasce online per poi approdare al "brick & mortar". Citiamo la storia di Habitat, il flagship store di Singapore che si definisce “the world’s first tech-enabled, multi-sensory grocery and dining experience”, una sorta di incubatore e laboratorio retail super tecnologico firmato da uno dei più forti food e-commerce asiatici, ovvero Honestbee.

Si stima infatti che i consumatori di Habitat vi trascorrano una media di due ore, un tempo di gran lunga superiore rispetto alla media, e che la formula ibrida e innovativa sia in grado di attirare il target tra i 26 e i 35 anni.

E poi c’è Amazon che punta sul retail food con l’inaugurazione del primo negozio di alimentari fisico in California nel corso del 2020, quasi due anni dopo l’acquisizione di Whole Foods. Anche se il posizionamento non è ancora chiaro, la notizia della nuova catena dimostra, ancora una volta, come il gigante americano dell’e-commerce abbia bisogno di negozi fisici per avere successo nel settore alimentare. Senza contare l'ulteriore possibilità di raccogliere dati e dare una forte spinta all’innovazione online e offline. Siamo molto curiosi di vedere se sarà tempo di un’ennesima evoluzione nel mondo della GDO.


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