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Nelle ultime settimane abbiamo letto decine di articoli, report e paper sul metaverso di Facebook e di Microsoft. Un annuncio che era nell’aria da tempo e che lascia pensare, a uno sguardo superficiale, a un incredibile passo avanti tecnologico e sociale, un passo già compiuto.
In realtà questo è sia vero sia falso, perché siamo già circondati da metaversi - i mondi persistenti dei videogiochi - e quello che le due piattaforme stanno per ora mostrando sembra più un passo indietro che avanti. Per questo abbiamo deciso di non proporvi l’ennesima definizione del termine (coniato da Neal Stephenson, scrittore di fantascienza nel 1992) e di cercare di capire insieme quello che davvero sappiamo e davvero è possibile fare, oggi.
Che c’entrano i videogiochi?
Fin dalle primissime pagine il report di Wunderman Thompson Intelligence Into the metaverse chiede “Cosa hanno in comune Animal Crossing, Sea of Thieves and Fortnite con una caffetteria? Sono sempre di più ambienti dove incontrarsi e socializzare. Come spiega Keith Stuart, responsabile della sezione Giochi del Guardian “L’aspetto sociale dei videogiochi - incontrare le persone e chiacchierare - sta diventando sempre più importante.”
Il concerto di Travis Scott su Fortnite è forse il primo spartiacque tra un mondo in cui certe esperienze erano indimenticabili solo in presenza e il mondo di oggi, in cui partecipare a un concerto con milioni di persone bilancia l’assenza di fisicità. Fortnite, più di tutti, non è solo un gioco: è principalmente un ambiente dove incontrarsi per giocare, saltando da un mondo all’altro (come è già possibile fare da anni in Second Life).
Per questo, forse, la parola più corretta per definirlo è multiverso: un contenitore infinito di mondi con la possibilità di passare dall’uno all’altro.
Il concerto di Travis Scott su Fortnite
Siamo pronti?
È importante capire quanto siano già diffusi questi ambienti, anche in 3D, perché è un’informazione poco nota nei mondi del marketing e della comunicazione, che rischiano di replicare lo stesso errore fatto negli ultimi vent’anni con i social media: giudicare senza avere le informazioni per comprendere.
Chiedersi se “siamo emotivamente pronti al salto”, come fa l’esperto di realtà virtuale Avi Bar-Zeev, sembra ignorare, come sempre, che milioni di persone frequentano metaversi ogni giorno da anni, giocando in digitale e anche con l’immaginazione (con i giochi di ruolo e il cosplay che ogni anno colora Lucca Comics). Forse la domanda va rivolta più a noi professionisti che alle persone a cui ci rivolgiamo: siamo pronti a un ulteriore cambiamento di scenario?
Lucca Comics & Games
A cosa dobbiamo prepararci
La nostra risposta, come leDehors, è che sì, siamo pronti, perché ci stiamo preparando da anni e siamo allenati a progettare la migliore comunicazione possibile in tutti gli ambienti e le situazioni disponibili. Tra tutte le caratteristiche del metaverso siamo particolarmente a nostro agio con l’idea di un mondo in 3D e siamo consapevoli del suo essere un’estensione delle nostre vite, non un’alternativa. Anche l’idea di un mondo permanente, che rimane anche quando non c’è nessuno, ci sembra particolarmente stimolante, soprattutto se pensiamo alla nostra grande passione, il punto vendita.
Quello che davvero farà la differenza è la struttura economica del metaverso, perché, come sintetizza Valerio Bassan nella sua newsletter Ellissi “avrà una propria struttura economica che si reggerà su smart contract, blockchain e criptomonete. Tutto quello che sta succedendo nel mondo delle membership, ma anche con gli NFT (Non Fungible Token) e le DAO (Decentralized Autonomous Organization) andrà a confluire all’interno del Metaverso per garantirne la funzionalità economica, bypassando le istituzioni centralizzate.” È arrivato il momento di prendere sul serio tutto questo, per non farsi prendere alla sprovvista.
Quando succederà, invece, è la vera grande domanda. Mentre il marketing di Facebook è già attivo, anche in Italia, nel presentarlo come un prodotto già disponibile, la sensazione è di non aver ancora visto niente di concreto. Dubbio ben descritto da Andrea Fontana, che chiede direttamente a Zuckerberg “Come mai hai lanciato una cosa così ambiziosa come il Metaverso e per annunciarlo al mondo hai solo scelto un sito web dove hai inserito alcuni video per spiegare – in 2D – cosa sarà l’iper-realtà 3D ubiquitaria? Mi sarei aspettato qualche piccola esperienza d’uso in più.”
Nike estende la garanzia dei suoi marchi anche in ambienti virtuali
Ce lo chiediamo anche noi, ma non come scusa per stare fermi ad aspettare; meglio seguire l’esempio di Nike che ha già chiesto di estendere la garanzia dei suoi marchi anche in ambienti virtuali. Just be it.
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